Categorie
Chirurgia e Trattamenti

La Femtocataratta

Chirurgia laser con eccezionale precisione

La Femtocataratta

Femtocataratta

La Femtocaratta è una procedura chirurgica che utilizzando un laser rapidissimo, ufemtosecondo è un’unità di tempo pari ad un milionesimo di miliardesimo di secondo, sostituisce in modo più efficiente e con meno complicazioni alcune fasi delicate dell’intervento tradizionale di rimozione della cataratta.
Utilizzando il laser per la femtocataratta, il suo chirurgo potrà offrire un trattamento personalizzato, accurato e più controllato.

Tutta la procedura è controllata da software specifici che in tempo reale monitorizzano lo stato di esecuzione dei vari passaggi chirurgici:

  • Mappatura dell’occhio personalizzata con tecnologia avanzata Imaging3D
  • Incisioni laser di precisioni micrometrica
  • Approccio più controllato alla chirurgia
  • Tempi di recupero ottimizzati

Mappatura Imaging 3D

Prima del trattamento, il lase per la femtocataratta effettua una scansione grafica del vostro occhio e sviluppa precise mappe 3D delle strutture interessate.

Questo consente al chirurgo di creare un piano di trattamento personalizzato studiato in modo specifico per il vostro occhio.

Precisione Laser

Il suo oculista può utilizzare il laser per la femtocataratta per creare incisioni chirurgiche con la precisione del millesimo di millimetro, facilmente programmabili, ripetibili.

Le incisioni eseguite con il laser possono ridurre gli astigmatisti indotti dal taglio manuale e la possibilità di complicanze dovute alla tecnica manuale.

Tempi di Recupero Ottimizzati

Nel periodo successivo all’intervento chirurgico tornerà velocemente alla sua attività quotidiana. È comunque d’obbligo seguire le indicazioni e le terapie post operatorie del proprio oculista.

Attualmente il femtolaser per la cataratta è sicuro, efficace e ripetibile.

La precisione del laser sostituisce fasi chirurgiche attualmente fatte con aghi, bisturi e pinze.

I vantaggi del femtolaser sono sicuramente:

  • La precisione del taglio chirurgico
  • La sua programmabilità e prevedibilità
  • La sua riproducibilità

Il laser a femtosecondi per la cataratta è approvato dal 2010 dalla FDA cioè dal massimo organo di controllo americano sulla salute ed ovviamente, ha ottenuto anche il marchio CE nel 2011 per l’utilizzo in Europa.

Informati dal tuo medico oculista, in merito a quali sono le indicazioni cliniche per sottoporsi all’intervento di cataratta con il femtolaser.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Chirurgia Refrattiva con Laser ad Eccimeri

Laser Ad Eccimeri

Chirurgia Refrattiva Con Il Laser

chirurgia-laser

Nella chirurgia refrattiva con il laser ad eccimeri una serie di impulsi laser rimuove il tessuto corneale per “rimodellare” la superficie della cornea. Durante il trattamento si percepisce un rumore intermittente. Il chirurgo ha il pieno controllo sul laser e può interrompere il trattamento in qualsiasi momento. Con i sistemi più recenti l’immagine dell’occhio è memorizzata da uno speciale dispositivo all’infrarosso (eyetracker multidimensionale) ed il fascio del laser segue sempre anche i più piccoli movimenti dell’occhio, su tutti gli assi di rotazione. In questo modo il trattamento laser è sempre centrato sulla cornea. Gli impulsi del laser rimuovono in pochi secondi ed in modo del tutto indolore il tessuto corneale. A fine intervento la cornea ha un nuovo profilo, che normalizza l’occhio dal punto di vista refrattivo.

Il Trattamento Laser Personalizzato

Oltre ai difetti visivi, all’interno dell’occhio sono presenti altri difetti, chiamati aberrazioni, che impoveriscono la visione con distorsioni, riduzione della definizione e del contrasto delle immagini percepite. Spesso la visione notturna risulta difficoltosa. Il trattamento chirurgico personalizzato permette di ridurre sia il difetto visivo che le aberrazioni, e permette di ottenere risultati eccellenti sia in termini di quantità che di qualità della visione. Grazie all’evoluzione tecnologica degli aberrometri, la procedura personalizzata rappresenta oggi il miglior trattamento che può essere offerto al paziente. Il controllo sull’occhio è totale sia durante gli esami, eseguiti con il riconoscimento dell’iride, che durante la fase chirurgica con il controllo del centro pupillare e delle rotazioni dell’occhio sull’asse antero-posteriore. Il laser, infatti, riceve tutti i dati specifici dell’occhio da trattare, lo riconosce ed esegue il trattamento personalizzato seguendo l’occhio anche nei più piccoli spostamenti. La tecnologia Femtolasik, in dotazione presso la San Domenico, garantisce più sicurezza offrendo risultati chirurgici più accurati.

L’approccio chirurgico personalizzato consente numerosi vantaggi in termini di sicurezza ed efficacia del trattamento, quali un recupero visivo più rapido, una maggiore informazione di dati per l’impostazione del trattamento, una visione diurna e notturna più definita con minore perdita di contrasto soprattutto in condizioni di scarsa luminosità.

I trattamenti personalizzati rappresentano il livello qualitativo più alto nel trattamento dei difetti visivi con il laser.

Opzioni Di Trattamento Con I Diversi Sistemi Laser

 

 BAUSCH & LOMB 317 TENEO II 500Hz

  • PROSCAN
    • Trattamento standard non personalizzato, si riferisce solo all’ametropia del paziente
  • TISSUE SAVING
    • Trattamento personalizzato sulla curvatura corneale del paziente. Ottimizza il profilo di ablazione con risparmio di tessuto corneale fino al 30% rispetto al trattamento standard. Indicato in cornee sottili, miopie elevate, pupille ampie
  • TISSUE SAVING ASFERICO

Trattamento personalizzato sulla curvatura e sul coefficiente di asfericità (Q) corneale. Ottimizza il profilo di ablazione rispettando l’asfericità corneale preoperatoria del paziente. Indicato in presenza di asfericità corneale fuori dalla norma, in miopie medie ed elevate, ed in trattamenti con ampie zone ottiche

Correzione chirurgica

 

PRK – Photo Refractive Keratectomy: riduzione con laser ad eccimeri della miopia.
Obiettivo della PRK è l’eliminazione o riduzione delle lenti correttive, ottenuta modificando la curvatura della cornea: in questo modo i raggi di luce provenienti dagli oggetti possono andare a fuoco nitidamente sulla retina. Il laser ad eccimeri, incidendo sulla cornea, causa l’evaporazione di alcuni dei suoi strati. La quantità di tessuto corneale così eliminato determina la quantità del difetto visivo corretto. L’intervento avviene in anestesia locale tramite applicazione di collirio anestetico. Dapprima si procede rimuovendo la parte centrale più superficiale della cornea, detta “epitelio”. Il computer del laser viene impostato per rimodellare la cornea. L’intervento è indolore e dura pochi minuti. Come per tutte le procedure laser a scopo refrattivo, la PRK garantisce ottimi risultati nella correzione di miopia, ipermetropia e astigmatismo.

LASEK

Obiettivo della LASEK, come della PRK, è l’eliminazione o riduzione delle lenti correttive, ottenuta modificando la curvatura della cornea. Il laser ad eccimeri, agendo sulla cornea, causa l’evaporazione di alcuni suoi strati. La quantità di tessuto corneale così eliminato determina la quantità del difetto visivo da correggere.
L’intervento avviene senza degenza; l’anestesia locale è praticata con l’applicazione di collirio anestetico. A differenza della PRK, la parte centrale più superficiale della cornea, detta “epitelio”, non è eliminata ma conservata per essere riposizionata al termine del trattamento laser. Il computer del laser viene impostato per effettuare il rimodellamento necessario del tessuto corneale. L’intervento è indolore e dura pochi minuti.

 

PTK – Fotocheratectomia a scopo terapeutico.
La PTK (Fotocheratectomia a scopo terapeutico) è utile nei casi di astigmatismo irregolare ed è in grado di evitare in molti casi il trapianto della cornea, eliminando in modo incruento le zone opache presenti sulla stessa. Tale tecnica viene applicata ogni qual volta le anomalie della cornea derivano da fatti traumatici o patologici e si applica in particolare nei casi di distrofie e degenerazioni corneali congenite ed acquisite, di opacità corneali dovute a fattori infiammatorii o infettivi, di sindrome delle erosioni epiteliali ricorrenti e nei casi di interventi di chirurgia tradizionale mal riusciti. Come per tutte le procedure laser a scopo refrattivo, la PRK garantisce ottimi risultati nella correzione di miopia, ipermetropia e astigmatismo.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Chirurgia del distacco di retina

Intervento chirurgico per il distacco della retina: cerchiaggio episclerale e vitrectomia.

Chirurgia del Distacco di Retina

distacco-retina

Vi sono sostanzialmente due tecniche per il trattamento chirurgico del distacco di retina: la tecnica episclerale ab externo e la vitrectomia ab interno.

La chirurgia episclerale del distacco di retina, come indica il temine stesso, agisce lavorando sulla parete esterna, bianca, dell’occhio, la sclera.  Essa rappresenta a tutt’oggi la tecnica di elezione per il trattamento di forme non complicate di distacco di retina, poiché, non entrando nel bulbo, evita traumi eccessivi per la retina e le altre strutture intraoculari.

Il principio di questa chirurgia è quello di risolvere il distacco spingendo la parete dell’occhio verso la retina distaccata, in modo da chiudere le rotture retiniche e neutralizzare le trazioni del vitreo. Opportuni impianti di materiali biocompatibili vengono suturati alla sclera in modo tale da essere sospinti verso il centro dell’occhio, deformandone la parete e provocando una sorta di impronta rigida e permanente. Tali elementi possono essere posizionati su 360°, come una cintura agganciata alla sclera e passante sotto i muscoli estrinseci (cerchiaggio) e rinforzate da segmenti articolati e sottoposti al cerchiaggio (piombaggi) in corrispondenza delle rotture retiniche.

 Contemporaneamente, il fluido sottoretinico viene fatto fuoriuscire attraverso un piccolo foro praticato nella sclera stessa. Una volta ottenuta l’aderenza retinica, questa viene consolidata con trattamento criogenico, per provocare ustioni, da freddo, che ne stimolino la successiva cicatrizzazione, cioè la saldatura.

La miopizzazione dell’occhio, conseguente all’allungamento antero-posteriore del bulbo oculare, alterazioni della motilità oculare conseguente a traumatismi sui muscoli oculomotori, e recidive del distacco (inferiori al 5%) rappresentano le principali complicanze di questa tecnica.     

La vitrectomia consiste nella rimozione del corpo vitreo, cioè il tessuto connettivo gelatinoso, trasparente e non vascolarizzato che riempie i 4/5 posteriori del bulbo oculare, e nella sua sostituzione con un altro mezzo biocompatibile, come gas o olio di silicone.

L’intervento si esegue in anestesia locale con puntura retrobulbare.

La vitrectomia consente di affrontare con successo forme complicate di distacco di retina.

Questa tecnica, nata negli anni ‘70 con l’affermarsi della chirurgia endobulbare, permette di affrontare il distacco della retina dall’interno, attraverso minuscoli fori sulla sclera e è progredita negli anni fino a diventare ormai microinvasiva, grazie all’ausilio di apparecchiature altamente sofisticate.

Per tutti gli interventi che riguardano la retina, si deve tenere presente che il recupero funzionale non è immediato e che comporta un graduale miglioramento della vista che può durare alcuni mesi.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Trapianto di Cornea

Intervento di trapianto della cornea

Trapianto Di Cornea

Il trapianto di cornea è indicato in presenza di patologie che alterano la trasparenza o la conformazione della cornea.

La cornea costituisce la superficie anteriore del bulbo oculare e svolge una funzione protettiva e refrattiva ed è paragonabile ad Una lente all’interno del sistema ottico, o diottro, oculare.

L’assenza di vasi rende la cornea un tessuto immunologicamente protetto.

Il trapianto di cornea a tutto spessore o PK è la tecnica Chirurgica di elezione nel caso di perforazioni corneali, rotture Traumatiche della membrana di Descemet e cheratocono acuto.

Con la PK, la parte centrale della cornea del ricevente, di circa 8mm di diametro, viene sostituita dalla cornea di un donatore deceduto.

La sopravvivenza del lembo trapiantato è strettamente dipendente Dall’ indicazione chirurgica (trapianti a basso, medio e alto Rischio).

In età’ pediatrica, in presenza di neovasi corneali, di infezioni Corneali o in caso di trapianti ripetuti, è corretto parlare di chirurgia ad alto rischio.

In questi casi il monitoraggio del medico oculista deve essere Particolarmente accurato, così come il controllo farmacologico dell’infiammazione corneale.

Negli ultimi anni la chirurgia della cornea è cambiata grazie al perfezionamento di tecniche di chirurgia lamellare che consentono di curare la cornea selettivamente in relazione al tipo di patologia.

In presenza di patologie dell’endotelio corneale, come le distrofie endoteliali o la scarsa cellularità endoteliale, la cornea non è più In grado di espellere il liquido dall’interno dello stroma e perde la sua trasparenza irreversibilmente: ciò provoca un grave calo visivo.

In questi casi è indicato il trapianto corneale endoteliale, in grado di ripristinare la trasparenza corneale e la vista del paziente.

Rispetto alla chirurgia perforante (a tutto spessore) della cornea, la chirurgia lamellare endoteliale è un intervento più sicuro e con una riabilitazione visiva più veloce, perché si esegue a bulbo chiuso.

Inoltre sono molto meno frequenti e gravi le complicanze post operatorie, per la minor durata della terapia steroidea, per la minor frequenza del rigetto e per l’assenza della sutura continua.

Le tecniche principali sono la cheratoplastica endoteliale o DSAEK, in cui l’endotelio malato viene sostituito con un tessuto costituito da endotelio e da una piccola parte di tessuto connettivo (stroma) profondo corneale, e la più recente DMEK, che consiste nell’innesto di solo endotelio.

La DMEK richiede una certa trasparenza corneale, in modo da poter dispiegare e posizionare il lembo endoteliale in contatto con lo stroma corneale.

Con questa tecnica chirurgica innovativa il rischio di rigetto endoteliale e il tempo per il recupero della funzione visiva si riducono ulteriormente rispetto alla DSAEK.

La cheratoplastica lamellare anteriore profonda o DALK è indicata in presenza di patologie a carico dello stroma, senza coinvolgimento dell’endotelio (cheratocono, leucomi post infettivi, distrofie dello stroma).

In questi casi ad essere sostituito è solo lo stroma corneale (pari al 90% dello spessore della cornea).

Rispetto alla cheratoplastica perforante, la DALK è un intervento a bulbo chiuso, senza rischio di rigetto endoteliale e con basso rischio di rigetto epiteliale e stromale, risolvibili con colliri steroidei.

Il recupero visivo, nel tempo, è paragonabile a quello del trapianto a tutto spessore.

La chirurgia della cornea ha in generale una prognosi favorevole quando le indicazioni sono corrette.

Per questo motivo, alla abilità’ chirurgica deve sempre associarsi una grande esperienza clinica nel campo delle patologie corneali e della superficie oculare.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Chirurgia Del Glaucoma

Intervento chirurgico per il glaucoma e trattamenti laser

Chirurgia del Glaucoma

Nell’occhio affetto da glaucoma l’eccessiva produzione dell’umor acqueo o un ostacolo al suo normale deflusso portano all’aumento del tono intraoculare. La pressione eccessiva all’interno del bulbo provoca il danneggiamento del nervo ottico, che si traduce in un calo progressivo della vista, ad iniziare dalla parte periferica del campo visivo.

La prima scelta terapeutica è medica e si basa sull’uso regolare e costante di colliri ipotonizzanti, la cui funzione è abbassare il livello della pressione oculare, riducendo la produzione di umore acqueo e favorendone il deflusso.

Quando però i farmaci non risultano più sufficienti a controllare il flusso ed il drenaggio dell’umor acqueo, si deve ricorrere alla terapia chirurgica.

A seconda dello specifico caso, il medico oculista può indicare il ricorso alla chirurgia incisionale o a trattamenti laser.

La procedura chirurgica standard per il trattamento del glaucoma è la trabeculectomia.

 

 La trabeculectomia è praticata in regime ambulatoriale, con somministrazione di anestesia locale, e richiede un paio d’ore per l’esecuzione. Consiste nell’asportazione di una piccola lamella di tessuto tra la camera anteriore e lo spazio subcongiuntivale (limbus corneo-sclerale contenente il trabecolato ed il canale di Schlemm) e la creazione di un’apertura artificiale a livello della sclera, la parte bianca dell’occhio, da cui far defluire l’umor acqueo in eccesso e ripristinare il normale tono intraoculare.

Quando lo sportello sclerale funziona correttamente, l’umor acqueo comincia a defluire attraverso di esso, fino a formare un piccolo rigonfiamento chiamato bozza filtrante.

Un’altra tecnica chirurgica per il glaucoma è l’impianto di valvole drenanti, come la valvola di Ahmed, lo shunt di Molteno e l’impianto di Baerveldt che permettono, attraverso l’immissione nell’occhio di un tubicino di scarico, di mantenere la pressione oculare a livelli accettabili.

 

Tra le varie tecniche di trattamento laser per il glaucoma, finalizzato a ridurre la pressione intraoculare, favorendo la fuoriuscita dell’umor acqueo, la trabeculoplastica e l’iridotomia sono le più diffuse.  Dopo l’instillazione di alcune gocce di collirio anestetico, si applica una lente sull’occhio e si dirigono gli impulsi di luce nelle zone da trattare.

La trabeculoplastica argon laser (ALT) si avvale della azione termica di un “laser caldo” ad argon per ottenere un allargamento del tessuto trabecolato, favorendo la fuoriuscita dell’umor acqueo e l’abbassamento della pressione intraoculare; la trabeculoplastica laser selettiva (SLT) è ALT, ma si differenzia nel selezionare solo alcune cellule del trabecolato da trattare, per di lasciare intatto il tessuto circostante. Entrambi i trattamenti vanno ripetuti nel tempo.

 

L’iridotomia YAG laser viene eseguita con il laser YAG, definito “laser freddo”, poiché non produce un effetto termico, ma è in grado di creare delle micro-incisioni simili a quelle di un bisturi ad elevata precisione. Questa procedura è indicata soprattutto per prevenire o trattare un attacco di glaucoma acuto.

 

Le indicazioni da seguire nel decorso post-operatorio sono fornite dal medico oculista, anche sulla base della procedura attuata.

 

Dopo l’intervento, l’occhio operato deve rimanere bendato per diversi giorni.  Quindi va protetto di giorno dalla luce eccessiva con l’uso di occhiali da sole.

La maggior parte dei pazienti non riferisce particolari fastidi, a parte un lieve offuscamento della vista e, talvolta fotofobia e sensazione di corpo estraneo nell’occhio.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Trattamento del cheratocono

Cross-linking corneale

Trattamento del cheratocono

Il cheratocono è una patologia cronica degenerativa della cornea, caratterizzata dal progressivo assottigliamento e sfiancamento del suo tessuto connettivo o stroma. Perdendo rigidità e resistenza, la cornea si assottiglia e si deforma nella parte centrale, assumendo la forma di un cono.

Una terapia che negli ultimi anni si è rivelata essere efficace per rallentare la degenerazione del tessuto della cornea è il cross-linking corneale (CXL), trattamento non invasivo basato sull’ azione combinata di vitamina B2 e raggi ultravioletti.

Tale trattamento consiste nell’ instillare gocce di collirio a base di riboflavina, la vitamina B2 e nell’esporre il tessuto corneale ad un fascio laser di raggi ultravioletti di tipo A (UVA) a basso dosaggio.

Il cross-linking corneale è indolore, si effettua con anestesia locale e dura meno di un’ora. A fine intervento viene applicata una lente a contatto.

 Esistono due diversi metodi di intervento, quello standard detto epi-off con cui viene inizialmente rimosso l’epitelio corneale per facilitare l’assorbimento della riboflavina e la successiva irradiazione con raggi ultravioletti, e il cross-linking transepiteliale (epi-on) dove l’assorbimento e l’irradiazione avvengono senza l’asportazione dell’epitelio corneale, necessario quando lo spessore troppo sottile della cornea non consente la procedura classica.

Nel trattamento epi-on l’assorbimento della riboflavina viene facilitato con la creazione di un campo elettrico a basso voltaggio: si tratta del cross-linking mediante iontoforesi.

Dopo il trattamento, che non prevede ricovero, il paziente deve stare almeno due giorni in assoluto riposo, al riparo dalla luce troppo forte.  Nei primi giorni inoltre può accusare dolore intenso, sensazione di corpo estraneo e fotofobia, per i quali si prescrivono antidolorifici.

I controlli post-operatori, quotidiani, vanno eseguiti con scrupolo nei mesi successivi al trattamento, fino alla rimozione della lente a contatto. Essi comprendono anche diversi esami strumentali, tra cui la topografia e la tomografia corneale e l’OCT del segmento anteriore, ad un mese, tre mesi, sei mesi e ad un anno dall’intervento

Qualora questi trattamenti non fossero sufficienti si può ricorrere al trapianto di cornea.

Categorie
Chirurgia e Trattamenti

Chirurgia Della Cataratta

Facoemulsificazione

Chirurgia della Cataratta

La cataratta è una opacizzazione del cristallino, la lente situata all’interno dell’occhio che serve a mettere a fuoco le immagini sulla retina. L’intervento chirurgico consiste nella rimozione del cristallino e nell’impianto al suo posto di una lente intraoculare (IOL).

L’intervento di cataratta è oggi estremamente diffuso nei paesi industrializzati: solo in Italia si eseguono più di 500.000 procedure chirurgiche annuali rendendo tale intervento il più praticato nelle sale operatorie.

Nel corso degli ultimi anni le nuove tecnologie hanno permesso di modificare totalmente l’approccio chirurgico.

Se infatti fino agli anni ‘90 si tendeva ad aspettare che la cataratta maturasse per rimuoverla, vista la difficoltà di ottenere una visione soddisfacente con l’ausilio degli occhiali, ora con l’introduzione di cristallini artificiali sempre più perfezionati e con la tecnica della facoemulsificazione (rimozione del cristallino mediante frammentazione ad ultrasuoni) si possono effettuare interventi sempre più precisi e rapidi.

A seconda delle esigenze del paziente, il chirurgo può valutare quale sia la lente intraoculare più adatta: IOL monofocali che correggono miopia ed ipermetropia anche elevate, IOL multifocali o accomodative, che correggono sia per la vista da lontano (miopia e presbiopia) che da vicino (presbiopia), IOL toriche che correggono miopia e ipermetropia, ma anche l’astigmatismo ed infine le IOL toriche multifocali, per la correzione di tutti i difetti visivi, da lontano e da vicino, compreso l’astigmatismo.

 

È quindi fondamentale per il chirurgo esaminare insieme al paziente le necessità individuali per programmare la correzione ottica migliore.

L’intervento, che dura circa un quarto d’ora, viene eseguito nella maggior parte dei casi in regime ambulatoriale, senza ricovero e con anestesia topica, ossia con la sola instillazione di colliri anestetici.

Una tecnica ancora più recente è quella con il femto-laser: le fasi iniziali dell’intervento vengono dal laser a femtosecondi, guidato da un computer che acquisisce le immagini dell’occhio in tempo reale attraverso la tomografia a coerenza ottica (OCT).

Il chirurgo interviene quindi a completare le fasi successive, fino alla introduzione della IOL.

 

Il recupero visivo è molto veloce: di solito il giorno dopo l’intervento il paziente può sbendare l’occhio operato e svolgere una vita normale con l’accortezza di evitare sforzi fisici importanti e limitare l’attività fisica per una settimana.

Per la buona riuscita dell’intervento è fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli oculistici post-operatori, dopo un giorno, una settimana e venti giorni dall’intervento. Deve inoltre attenersi scrupolosamente alla terapia, con l’uso di un collirio per due o tre settimane.